Corriere della Sera - Gina Basso

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L'attrice inglese di fronte ai ragazzi del Festival di Giffoni

"Sono stata la regina cattiva di Biancaneve"

"E' l'unico film-fiaba che ho interpretato" - A Londra reciterà O'Neill, in Italia sul set con Franco Nero. I giovani hanno premiato "Il coraggio di parlare" che Castellani ha tratto dal libro di Gina Basso.


L'attrice Vanessa Redgrave "star" a Giffoni. La giuria in calzoncini corti ha premiato il film Italiano "Il coraggio di parlare", di Leandro Castellani.
L'Opera, tratta da un libro di Gina Basso, ha addirittura stravinto questa diciassettesima edizione del festival perché un premio particolare è andato anche a Gianluca Schiavoni, quale miglior protagonista del "Coraggio di parlare".


GIFFONI (Salerno) - Anche Vanessa Redgrave si è presentata puntale all'appuntamento con la platea in calzoni corti al "Festival internazionale per i ragazzi e per la gioventù", che si svolge, sagacemente pilotato da Claudio Gubitosi, nella cittadina di Giffoni nell'entroterra salernitano.
Qui, negli anni passati, sfidando le interminabili code sulle intasate autostrade di fine luglio e agosto, sono saliti, tra i boschi di noccioli, Francois Truffaut, Peter Ustinov, Nikita Mikhalkov, Giulietta Masina e tanti altri nomi del cinema nazionale e internazionale.
Francesco Rosi, Vanessa Redgrave e Franco Nero hanno concluso, nelle serate di sabato e domenica, attorniati da una moltitudine di adolescenti di tutta Italia, la diciassettesima edizione di una manifestazione che negli anni ha acquistato peso e significato e che, come ha detto "la lady del cinema e del teatro anglosassoni", "rappresentava per me un incontro festoso con gli spettatori veramente giovani dì cui volevo sentire dal vivo le domande, i giudizi, i dubbi".
Precedendo la consegna dei premi e l'esibizione canora di Beppe Barra e seguendo un bellissimo e dialettico incontro con Francesco Rosi (che ha dovuto subire un assalto di domande anche politiche sugli spezzoni di alcuni suoi film proiettati), Vanessa ha tramutato l'incontro sul palco in una sorta di "happening" da grande attrice e, soprattutto, da donna ricca di calore umano e comunicativa.
Il primo round dell'incontro con la sempre giovane e bella cinquantunenne figlia del compianto Sir Michael Redgrave e dell'attrice Karel Kempson, è stato davvero indescrivibile e senza barriere di lingue diverse. Ribaltando ogni "scaletta" della sera, Vanessa Redgrave ha voluto accanto a sé tanti ragazzi della giuria e, rannicchiata con loro sul palco, ha visto gli spezzoni dei suoi film e ha vissuto con slancio una anomala conferenza stampa "in diretta".
- Come sei diventata attrice dato che sei così alta? ha chiesto una ragazzina con i lunghi capelli biondi.
"Sono figlia d'arte e ho imparato a vincere i miei complessi studiando recitazione a Londra. A vent'anni ho debuttato senza paga all'ombra di mio padre. Sir Mchael è stato la guida discreta e l'ombra della mia vita, delle mie scelte. Quando è morto io mi trovavo a Los Angeles per la notte degli Oscar. Avevo ricevuto la "nomination" come miglior attrice non protagonista per "I bostontani", ma sono partita subito e, nel viaggio transoceanico verso Londra, ho ricordato tutte le mie fatiche, i palcoscenici dei teatri che mio padre mi aveva fatto amare, i film che mi aveva insegnato a rifiutare e quelli, che più ho amato come Giulia di Zinnemann. Mia madre, Rachel, ha 71 anni e recita ancora".
- I suoi figli continueranno la sua carriera?, ha chiesto un ragazzino con una maglietta coperta di scritte, americane.    
"Ho tre figli, Natasha ha 24 anni e ha recitato con Ken Russell in Gothic, Joely ha 22 anni e ha lavorato con me in "Il mistero di Wetherby". Carlo Gabriel, che è nato dal mio legame con Franco Nero ha 17 anni ed è un campione di tennis, di basket e... di lingue straniere. Ho imparato a non rispondere per loro, ma ascolto ogni loro osservazione".
- Che cosa pensa del cinema italiano?
"Ho lavorato con Antonioni, con Tinto Brass, con Elio Petri: nessuno, come i vostri registi, sa cogliere il valore delle immagini, le atmosfere, la sensibilità".
- Perché tanti giovani vanno a vedere Rambo?
"Perché lo spettacolo della violenza, sorretto dalla pubblicità, richiama i giovani, ma io sono contenta quando sento dire che Eddie Murphy, il comico americano di colore, è più popolare dei muscoli e dei mitra di Stallone".

A tardissima notte, sorridendo a fianco di quello che resta il suo migliore amico, Franco Nero, presto sugli schermi in "Il ritorno dì Django", Vanessa ha poi raccontato che a settembre in "Bon Voyage" di Edith Bruck interpreterà una grande attrice di New York che ha nascosto a tutti la sua origine ebraica e il fatto di essere stata deportata a Dachau. Una serie di circostanze e il fallimento di un suo film, la indurranno a mettersi a nudo spietatamente di fronte ai mass media e a ripercorrere a ritroso, in una sorta di ricerca di identità, il suo passato.

Giovanna Grassi


 
 
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